Piroscafo a vapore armato "BENGASI"

Project Description:

Date:
 10 lug 2011
Category:
Gallerie Video

Era il 6 maggio del 1941 quando il piroscafo a vapore Bengasi, di proprietà della società di navigazione Tirrenia, venne sorpreso e attaccato dal sommergibile britannico Truant a circa un miglio al largo dal faro dell’Isola dei Cavoli. La potenza distruttiva dei siluri del sommergibile andati a segno mandò in frantumi l’intera sezione di prua del Bengasi, causandone quindi l’inevitabile affondamento.
A oggi il relitto del Bengasi si trova sommerso da quasi un centinaio di metri d’acqua, appoggiato sulla sabbia in perfetto assetto di navigazione e dando l’impressione come se volesse ancora proseguire il suo viaggio, terminato ormai più di 70 anni fa.

La robusta cima del pedagno ci permette la lunga discesa che ci porta fino agli 80 metri circa, dove scorgiamo finalmente l’imponente sezione del ponte di prua devastato dalle deflagrazioni. Nonostante i danni subiti in questa zona il relitto si presenta per il resto quasi completamente intatto, con delle murate che nella zona poppiera raggiungono e oltrepassano i 20 metri di altezza offrendo una visione d’insieme letteralmente impressionante, data anche la stazza del relitto lungo circa 85 metri. Anche il timone e l’elica, enormi e coperti da alcune coloratissime gorgonie e una vecchia rete tutta concrezionata, meritano di essere visti nonostante la quota sul fondale tocchi i 96 metri di profondità.
Altre parti del relitto da non mancare sono il bellissimo cannone che spunta minaccioso dalla sagoma della poppa e le stive. Quelle anteriori soprattutto contengono tuttora un’impressionante quantità di cristalli, alcuni ancora intatti, tanto da far meritare al Bengasi il nomignolo di “relitto dei vetri”. Notevole  tra l’altro la visibilità in questa zona di mare la quale, nonostante l’elevata profondità, permette ancora alla luce del sole di illuminare parzialmente l’ambiente!
Ma la vera sorpresa di questa immersione è forse la vita marina che avvolge il Bengasi, vista anche la quota batimetrica prossima ai 100 metri: il relitto si presenta interamente ricoperto da ostriche e alcune colorate gorgonie, mentre nuvole di anthias letteralmente lo avvolgono attirando tra l’altro varie specie di predatori. Aragoste di notevoli dimensioni e grossi scorfani abitano gli anfratti più bui, mentre la specie senz’altro più particolare da notare è il pesce luna: questo grosso e timido abitatore dei mari è presente in modo costante attorno alla struttura del relitto e si lascia a volte avvicinare dai subacquei, regalando un’ulteriore emozione ai pochi fortunati che si avventureranno in questa impegnativa immersione.

Ovviamente l’immersione è destinata ai pochi e “fortunati” subacquei Trimix esperti che posseggono i requisiti e l’esperienza necessari ad affrontare un profilo così impegnativo. Tra l’altro è caldamente consigliato l’utilizzo di uno scooter/DPV date le dimensioni del relitto, il tempo di fondo inevitabilmente ridotto e la quantità di gas e attrezzatura necessari che ogni subacqueo deve trascinare dietro di se.